Storia della Mandorla
Una comunità, una tradizione, un frutto da raccontare
Origini antiche e legame con il territorio
Baressa, borgo dell’Alta Marmilla (circa 700 abitanti), vanta una vocazione agricola antica: già nel neolitico il territorio era abitato e sviluppato, come dimostrano i numerosi nuraghi presenti nella zona. Il mandorlo, coltivato nei terreni poveri della Marmilla, si è radicato nella cultura locale sia per il terreno adatto, sia per il clima: resistente alla siccità e capace di crescere dove altre piante faticano.
Tradizione contadina e lavoro comunitario
Per generazioni, la raccolta della mandorla ha scandito il calendario agricolo: dopo la trebbiatura del grano, famiglie, anziani, giovani e donne si radunavano nei campi per battere i frutti e sgusciarli. Non era solo lavoro: era condivisione, cultura e identità.
Mandorla: fulcro economico e gastronomico
Nel borgo, la mandorla è diventata ingrediente principale dei dolci tradizionali: amaretti, gateau, gueffus e pan’e sapa. Veniva consumata fresca o tostata, formando la base della pasticceria popolare.
Nei secoli è diventata fonte di sostentamento per numerose famiglie, non solo attraverso la produzione alimentare, ma anche grazie alla trasformazione artigianale.
Botteghe, dimostrazioni e patrimonio materiale
Durante la Sagra si aprono al pubblico antiche botteghe – Casa Museo, Casa Serpi, Casa Tatti, frantoi – con esposizione di utensili, attrezzi agricoli e manufatti artigianali in legno, canne e olivastro.
Si ripropongono mestieri antichi: dall’intreccio dei “scatteddus” ai lavori del fabbro, fino al ricamo – tutte attività che hanno storicamente accompagnato e completato la filiera della mandorla.
Valorizzazione moderna e sviluppo della filiera
Negli ultimi decenni Baressa ha progressivamente istituzionalizzato la coltura della mandorla:
- La Sagra, nata circa 30 anni fa, è diventata il principale evento di promozione del prodotto locale.
- È nato il Centro Pilota del Mandorlo, con convegni dedicati a filiera, innovazione e realtà imprenditoriali.
- Durante la 31ª edizione è stata presentata una proposta di legge regionale che sostiene nuovi mandorleti intensivi, moderni e competitivi, con l’obiettivo di stimolare investimenti e stabilire attività di prima lavorazione in loco.
Funzione sociale e culturale della Sagra
La Sagra della Mandorla non è solo festa, ma momento comunitario e strumento di valorizzazione territoriale:
- Ripropone antichi rituali di raccolta, sgusciatura e preparazione dei dolci.
- Rafforza l’identità locale, ricongiungendo la memoria alle nuove generazioni.
- Sostiene l’economia rurale, permette ai produttori di incontrare i consumatori, e promuove il turismo culturale.
